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Da Chandigarh a Lonigo per vincere le primarie del Partito Democratico

aprile 2008

Singh Randhir
Singh Randhir

Singh Randhir partì nel 1996 dalla terra dei cinque fiumi nel nord dell’India. Il Punjab una terra a cavallo tra India e Pakistan, è la culla del Sikhismo, una religione nata in India settentrionale nel quindicesimo secolo, fondata sull’insegnamento di dieci Guru che vissero in India tra il sedicesimo e diciassettesimo secolo. Sikhismo deriva da Sikh che in sanscrito significa discepolo. Singh Randhir nato a Chandigarh ha trentasei anni, vive a Lonigo da undici con la sua famiglia e lavora a Zermeghedo per un’importante azienda conciaria. E’ un ragazzo talmente normale da apparire agli occhi dei leoniceni come una persona speciale. Il motivo è molto semplice, alle primarie del Partito Democratico ha ottenuto il maggior numero di preferenze balzando in testa alla lista. Ora è un membro del consiglio del partito che a sua volta ha eletto come segretario del Partito Democratico nella nostra cittadina Isacco Candio. Fausto Vigolo, anche lui membro del Partito Democratico leoniceno, ci spiega che la candidatura è possibile a tutti coloro che hanno il permesso di soggiorno in regola con le vigenti norme. La legge prevede inoltre che tutti i cittadini comunitari possono partecipare ad attività amministrative. La comunità di romeni a Lonigo è formata da circa seicento individui e per assurdo potrebbero presentarsi alle prossime amministrative con una lista loro ed ottenere una candidatura al consiglio comunale. Singh parla molto bene l’italiano e per quanto riguarda la politica ha le idee molto chiare, tale da fare balzare sulla poltrona qualche politico scafato, soprattutto per quanto riguarda la regolamentazione dell’immigrazione. Questo il suo punto di vista: “Un anno di tempo ai cittadini extracomunitari per trovare lavoro. Diversamente da così non hanno ragione di stare qui. Il lavoro quindi deve essere legato alla presenza sul territorio. Bisognerebbe intervenire sui tempi lunghissimi della questura per quanto riguarda i rinnovi dei permessi di soggiorno, per il rilascio degli stessi e per la richiesta della cittadinanza, soprattutto per individui extracomunitari che come me sono in Italia da tanti anni, con lavoro fisso, e nel mio caso da sei anni ho comperato anche casa. Siamo rispettosi delle leggi italiane e ci troviamo veramente bene, basti pensare che in tanti anni che sono presente in Italia non ho mai preso una contravvenzione. Purtroppo accade qualche volta di leggere sui giornali che qualche indiano è stato arrestato per qualche motivo. A noi dispiace molto, soprattutto perché c’è la tendenza a fare di un filo d’erba un fascio. Non è così”. A cosa si deve il suo successo politico alle primarie del Partito Democratico?Essendo molti anni che vivo in Italia conosco tantissima gente che mi stima e mi vuole bene. Una parte cospicua dei voti penso di averli ottenuti anche da cittadini stranieri, africani, asiatici e della ex Jugoslavia e anche italiani. Ogni domenica ci troviamo nella nostra chiesa a Castelgomberto con i nostri connazionali, mangiamo assieme e preghiamo. La comunità e davvero numerosa e certamente molti voti arrivano anche da quella direzione. Non nascondo nel mio piccolo di avere fatto una piccola campagna elettorale”. Quale potrebbe essere un vantaggio per la nostra cittadinanza ad eleggere un candidato indiano al palazzo del comune?Potrei essere un valido portavoce sia per la mia comunità che per l’amministrazione. Una scorciatoia per tessere un cordone tra le varie comunità Proporre soluzioni valide che possano agevolare l’integrazione e lo scambio di pareri atti a migliorare i nostri rapporti già molto buoni”. Nostalgia di tornare in India? “Ho cinque fratelli in India, un viaggio all’anno lo faccio ma qui stiamo bene, ci siamo integrati e la gente ci vuole bene, i miei figli sono nati qui, non abbiamo motivo di cambiare ancora”. C’è qualcosa che vorrebbe dire al suo elettorato?Vorrei solo ringraziare tutti per la preferenza e la fiducia accordatami. Spero di ottenere ulteriori successi politici per poter rendermi utile e dimostrare a tutti la mia gratitudine”. Il signor Randhir è l’esempio classico di massima integrazione nella nostra società, così diversa dalla sua sia dal punto di vista culturale che da quello religioso. E’ un signore la cui umiltà e rispetto gli si leggono negli occhi, un uomo di volontà che tra moltissimi sacrifici è riuscito farsi una famiglia e soprattutto ad ottenere la stima delle persone che ora lo amano e lo rispettano. Forse una sua candidatura alle prossime amministrative potrebbe portare ad un profondo momento di riflessione e ad una vera novità politica certamente mai vista prima d’ora.