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Mario Giarolo

Una famiglia di Coniglicoltori

giugno 2008

Fratelli Giarolo
Fratelli Giarolo

Remo, Bruno e Mario, tre fratelli nati ad Almisano di Lonigo, ereditano dal padre Attilio Giarolo la passione per la coniglicoltura. Mario inizia l’attività nel 1967. Nel tempo l’azienda s’ingrandisce. 1975 inizia l’attività Bruno in Via Trassegno. Remo che era commerciante e consulente nel settore della coniglicoltura diventa allevatore nel 1998 ad Alonte. Nel 2008 decidono di cessare l’attività per ragioni anagrafiche e una globalizzazione che non invoglia a continuare.

 

Mario da piccolo
Mario da piccolo

Negli anni 40-50, Attilio Giarolo, era un piccolo allevatore rurale e per quei tempi era molto aggiornato. Riceveva regolarmente dall’Istituto di Coniglicoltura di Alessandria, istruzioni e pubblicazioni su tale attività. Attilio ha trasmesso ai figli Remo, Bruno e Mario la passione per questo mestiere. Fin da bambini, allevavano sotto il portico di casa, una coniglietta utilizzando il fieno del nonno o l’erba del campo. Dalla vendita degli animaletti riprodotti potevano soddisfare qualche loro esigenza, altrimenti difficilmente realizzabile. Crescendo, i ragazzi intuiscono che gli insegnamenti del padre possono diventare un business ed aumentano il numero delle femmine fino a moltiplicare notevolmente la riproduzione. Appena realizzate le condizioni, hanno allestito un allevamento ognuno per proprio conto. Mario, il pioniere, è il più giovane dei tre fratelli, oggi ha 67 anni ed inizia la sua attività di coniglicoltore nel 1967 con un limitato gruppo di fattrici in una piccola stanza aziendale. Con impegno e grandi sacrifici aumenta gli animali da riproduzione a circa un migliaio che sistema in un nuovo e moderno capannone di fianco a casa, adeguatamente attrezzato per un allevamento di tale portata. In questi anni Mario è stato ben coadiuvato dalla moglie Maddalena attenta e meticolosa. Nel 1975, Bruno che oggi ha 68 anni, inizia anche lui l’attività del fratello più giovane presso Via Trassegno. Anche la sua è un’azienda a conduzione famigliare che ha coinvolto moglie e figli. Remo è il più anziano dei fratelli, oggi ha 69 anni. Nel 1998 inizia l’avventura di coniglicoltore. La sua attività, prima di questa data, era quella di commerciante, consulente e tecnico nel settore della coniglicoltura. Seguiva decine di allevamenti nella zona del basso vicentino, dalla progettazione della struttura, alla scelta dei riproduttori fino alla gestione completa dell’allevamento. Domenica 4 maggio, in occasione della cessata attività, nella casa natale dei fratelli Giarolo in Via Ciron ad Almisano di Lonigo è stato un momento particolare di festa con circa un centinaio di invitati e la celebrazione della Santa Messa da parte del sacerdote Gianni Giarolo anche lui fratello. Rivolgiamo ai fratelli Giarolo alcune domande per conoscere meglio cosa si nasconde dietro al coniglio che ci viene servito sul piatto:

Che motivazioni spingono, imprenditori storici come voi per l’allevamento dei conigli, a decidere di cessare l’attività:Prevalentemente per una questione anagrafica e poi non abbiamo in famiglia chi può raccogliere il testimone. Ii nostri figli hanno preso direzioni ed impieghi diversi. Anche il mercato non ci dà molta ragione perché i costi di produzione sono lievitati alle stelle. I cereali sono più che raddoppiati e conseguentemente anche il mangime ne ha risentito per circa il 35/40% mentre i ricavi sono rimasti fermi a 4/5 anni fa, per cui non c’è più margine di guadagno che giustifichi questo grosso impegno”.

Bruno Giarolo, in che cosa consiste occuparsi di un allevamento di conigli.Esiste una massima che dice: << Se vuoi far del male ad un amico fagli allevare i conigli>>. Con questo voglio dire che il lavoro è molto complesso dalla pulizia che impegna molto poiché l’aspetto igienico è fondamentale, alla preparazione dei nidi per i parti. Una coniglia in regola con il suo ciclo mestruale partorisce circa otto coniglietti ogni 42/43 giorni, consideri di avere mille fattrici e i conti sono presto fatti. Poi bisogna dar loro da mangiare, fare la manutenzione al capannone e poi gli imprevisti come accade in ogni lavoro”.

Remo, che costo ha per chilo di carne un allevamento come il vostro? “ Il costo che incide maggiormente è legato all’alimentazione e si aggira all’incirca attorno ad 1,60 € per Kg di carne. Questo porta ad un margine di guadagno ridottissimo. Fare il coniglicoltore è una vocazione ed una passione. Ricordiamoci che dove c’è riproduzione è determinante la presenza costante dell’allevatore per ottenere un prodotto di qualità. Un’ unità lavorativa ad 8/9 ore al giorno riesce a produrre circa 50 quintali di carne al mese”.

Mario, ci parli delle malattie che colpiscono i conigli. Le malattie più frequenti sono quelle gastro intestinali, qualunque tipo di stress porta al coniglio questo tipo di patologia. Dalla temperatura, ai suoni, al cambiamento delle persone che assistono l’allevamento e il cambiamento di locale. La risposta allo stress è il disturbo intestinale. L’alimentazione deve essere perfetta, basta una proteina non conforme e vanno in crisi. E’ importante individuare presto la causa per arginare il problema. Non sempre si riesce a trovare il rimedio adeguato. E’ necessaria esperienza, osservare attentamente e intuito. Devastanti sono la mixomatosi e la malattia emorragica virale che sono soggette ad abbattimento e smaltimento totale dei capi. L’allevamento di mio fratello Remo nel 2002 è stato colpito da mixomatosi. Questa malattia, portata in genere dalle zanzare colpisce gli occhi che si gonfiano e si arrossano, le orecchie, il naso e a volte anche i genitali. Tutti i conigli sono stati abbattuti e la regione passa un contributo che sfiora il 60% dei capi”.

Remo, la globalizzazione come ha influito nella vostra attività?Ad un convegno che trattava di entero patia del coniglio, ho espresso la mia idea e nessuno mi ha contraddetto: di queste partite di mangime che arrivano da Cina, Australia, Canada e restano nei silos in giro per il mondo per anni, non sappiamo all’origine con quali prodotti vengono trattate. Il coniglio è delicato e se esiste qualche sostanza diversa ne risente e muore. Questa globalizzazione non ha giovato al nostro lavoro”.

 

Un momento della festa
Un momento della festa