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Il Vino: quale futuro?

aprile 2008

Villa Favorita a Monticello di Fara (VI), anche quest’anno ha ospitato nella giornata del 6 e del 7 aprile una convention sulla degustazione di vini biodinamici. Hanno esposto Francia, Italia e Slovenia. L’Associazione VinNatur nasce da un progetto di condivisione di esperienze, sul piano tecnico produttivo e su quello filosofico culturale relativamente al vino biodinamico. Un gruppo di produttori di vino hanno deciso di crescere assieme scambiandosi informazioni. Il vino naturale è quel prodotto dell’uva cui non viene aggiunto nulla che ne alteri l’espressione originale del territorio. Raggiungere un prodotto di questo livello è un cammino difficoltoso. Diversi produttori sono già arrivati a produrre vino in alcuni casi azzerando l’uso della chimica in cantina eliminando lieviti selezionati, enzimi, agenti chiarificanti e aromatizzanti, sovente limitando l’utilizzo dell’anidride solforosa, conservante per eccellenza del vino. Il lavoro è ancora molto per perfezionare questa tecnica, come eliminare la necessità di irrigare, migliorare le tecniche di lavorazione del suolo, sopperire l’uso del rame e dello zolfo contro le malattie della vite, ricercando nuovi prodotti che li sostituiscano e ravvivare l’ecosistema del vigneto rafforzando i microrganismi che vivono nel suolo. Abbiamo avvicinato Angiolino Maule, nome illustre tra i produttori di vino, particolarmente importante per la nostra zona, proprietario dell’azienda agricola “La Biancara”, il quale è stato uno dei promoter determinanti per questa manifestazione e che con orgoglio e consapevole di avere raggiunto un ambito obbiettivo ci informa che sono previsti dei corsi di formazione dedicati ad una cerchia ristretta di produttori che intendono approfondire argomenti pratici per poterli mettere in opera nella realtà. Un corso con il ricercatore Michel Barbaud è già stato programmato nella sede dell’Associazione negli ultimi giorni di aprile 2008. Soddisfatti della manifestazione sia gli espositori che i visitatori. La novità di quest’anno è che l’Associazione VinNatur oltre ad investire per migliorare la cultura del vino naturale aiuterà chi veramente ha bisogno e sosterrà con l’esubero degli introiti il “Progetto Alèpè” di suor Tiziana e della comunità di Monticello di Fara in Costa d’Avorio. Questo settore della vinificazione sembra essere quello che ne risentirà in modo minore rispetto alla riforma O.C.M. vino che sta lentamente prendendo forma. Il più colpito infatti potrebbe essere il settore destinato ad una produzione maggiore di vino in modo non biodinamico. Il Presidente di Coldiretti Diego Meggiolaro, ha commentato: “Arriva al Vinitaly il vino ottenuto senza uva che la riforma europea di mercato del settore vitivinicolo ha recentemente autorizzato sotto la pressione dei nuovi paesi aderenti all’Unione Europea, che l’Italia non è riuscita a impedire. Tra gli stand dei produttori stranieri, vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall’uva come lamponi e ribes messi in esposizione da una azienda ungherese. Una pratica enologica autorizzata dalla recente riforma europea del settore che altera la natura del vino che storicamente e tradizionalmente è solo quello interamente ottenuto dall’uva. Il mancato rispetto di questo principio ha permesso ai Paesi del Nord Europa di utilizzare lo zucchero, per sopperire alla scarsa vocazione territoriale, senza alcuna informazione per i consumatori. E’ una sconfitta per il settore vitivinicolo nazionale che danneggia produttori e consumatori e apre la strada a rischi di truffe e sofisticazioni come la cronaca recente ha dimostrato. Una situazione aggravata dal via libera comunitario dell'arrivo sul mercato di vini da tavola senza alcun legame territoriale che potranno riportare con grande evidenza in etichetta termini come Vernaccia, Prosecco, Aglianico, Sagrantino e Montepulciano, creando confusione con le prestigiose denominazioni di origine nazionali. Un quadro preoccupante  che rischia di vanificare i successi ottenuti sul mercato, spesso in solitudine, dalle migliori imprese italiane nel settore vitivinicolo che nel 2007 ha realizzato complessivamente una produzione nazionale di circa 43 milioni di ettolitri con la conquista del primato di prodotto alimentare made in Italy più esportato. Il vino made in Italy, conclude Meggiolaro, ha raggiunto un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3,2 dei quali attraverso l'export, con quasi il 60 per cento della produzione destinata ai 469 vini nazionali Doc, Docg e Igt”.