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 Dicono che la morte sciolga

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ma restano.

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Radio Libera: dalla modulazione di frequenza al web

maggio 2008

Da quando è nata la radio, intesa come mezzo di comunicazione sociale e di intrattenimento, è sempre stata considerata come un sentiero vocale di libertà. Qualcosa che, nei difficili momenti di un paese o di una società o solo parte di essa ha aiutato a fornire comunicazioni importanti e spesso determinanti perché difficilmente controllabili dai governi. Ricordiamo i messaggi in codice di Radio Londra durante la fase bellica. Circa a metà degli anni quaranta, in tempi assolutamente pionieristici ed ancora non sospetti per la particolare qualità della musica, iniziava a trasmettere te prime top twenty Radio Luxembourg che emetteva il segnale in onde medie su 1.440 Khz. Tipica voce da speaker di stampo anglo americano, Barry Alldis ripeteva di frequente: “This is Radio Luxembourg, your Station of the Stars” Il merito che ha avuto questa emittente è stato quello di portare nella gioventù dell’immediato dopo guerra una ventata di musica inglese, decisamente nuova suggerendo anche nuovi target per quanto riguarda i palinsesti. La Gran Bretagna, infatti, ha fatto scuola con le famose “Radio Caroline” e “Radio Veronica” ambedue pirata. Possiamo affermare che questo straordinario strumento, utilizzato ora dai Radioamatori per coordinare dei soccorsi, ora utilizzato da semplici CB per coadiuvare una maratona podistica, ora utilizzato dalle ambulanze, durante conflitti o semplicemente per l’ascolto della musica o radiogiornali, è un dispositivo che nel tempo è stato utile e fedele compagno dell’uomo. Dalla metà circa degli anni ’60 fomentava un po’ nei giovani di tutto il vecchio continente la voglia di radio intesa proprio come intrattenimento e informazione. La RAI rispondeva a queste esigenze con programmi del tipo “Per voi giovani”, “Bandiera gialla”, Alto gradimento”, “Hit parade”, presentato da Elio Luttazzi e “Supersonic”. Agli inizi degli anni ’70 nascevano le prime radio “pirata in Italia, trasformatesi poi in “libere” infine divenute “commerciali”. La sensazione forte che tutte infondevano era la particolare energia e entusiasmo di chi ci lavorava. Anche lo scrivente agli inizi degli anni ’80 ha fatto la propria indimenticabile esperienza in emittenti radiofoniche private. L’inconsapevole eredità che le radio libere ci hanno lasciato è la possibilità ampia di scelta e la conseguente morte del monopolio. La libera scelta. Così mentre nel 1990 la legge Mammì tentava di dare una regolata allo spettro di frequenza delle emittenti private, molte radio venivano assorbite da network più grossi. Stefano Dian, per gli amici Sandy, è stato un pioniere locale della radio. Siamo andati a trovarlo presso il suo “covo” di Radio Gambellara. Chi è Sandy per Radio Gambellara? “Tutto: ideatore, proprietario, speaker, tecnico. Naturalmente ben coadiuvato dall’insostituibile Antonella Mauri, che è mia moglie e dai collaboratori che storicamente fanno parte della nostra compagine”. Cos’è cambiato nella radio privata? “Una profonda crisi economica avvenuta nel 1994 ha messo in difficoltà le piccole emittenti. Pochi commercianti erano disposti ad investire in pubblicità per cui i grossi network, come Media90, editoria varia e il circuito di Radio Birikina hanno assorbito le piccole radio, una sorta di globalizzazione della radiofrequenza”. Esiste un’alternativa per continuare a trasmettere? “Lo sbocco che ci era sembrato più naturale è stato quello di trasformare Radio Gambellara in una Web Radio, in Italia ce ne sono circa 1500, circa ottomila in tutto il mondo. Diciamo che è stato un “broncospasmo” del settore. Non trasmettiamo più nell’etere ma via internet. I nostri server sono a New York, Francoforte e Parigi. Trasmettiamo in tutto il mondo”. Ha incontrato difficoltà per la trasformazione di questo progetto? “La mia grande passione per l’elettronica mi ha reso la vita più facile. L’attrezzatura l’avevo già e mi è bastato apportare qualche modifica, costruire qualche PC dedicato et voilà. L’impresa più difficile è stata radunare le persone e raggruppare le idee.Come si ascolta la tua Web Radio? “Basta andare su internet al sitowww.radiogoccioline.com e ascoltare. Uno scoop di questi giorni è che dopo Microsoft anche Apple ha incluso R.G.  nel famoso software/portale per computers Apple ed ora compatibile  PC denominato  iTunes. Nella lista delle radio Internazionali ora ci siamo anche noi”.

Il sentimento di libertà che aveva dato la luce alla radio libera oggi si è trasformato nel raggiungimento di un fatturato.